La prima riunione del tavolo, su richiesta di un apposito Comitato, nato su iniziativa dell’associazione Astra, si è svolta ieri nell’ufficio del sindaco Gino Ioppolo. Al centro dell'incontro un dossier assai delicato: le iscrizioni anagrafiche degli stranieri richiedenti asilo, alla luce delle novità introdotte da cosiddetto decreto Sicurezza.
Le iscrizioni anagrafiche
degli stranieri richiedenti asilo, alla luce delle novità introdotte
dall’articolo 13 del Decreto Legge 113/2018 su sicurezza e immigrazione: è il dossier scottante e delicato che è stato al centro dell’esame e delle valutazioni del tavolo tecnico istituito al Comune
di Caltagirone su richiesta di un apposito comitato, nato su iniziativa
dell’associazione Astra, presieduta da Emanuela Lollo, che ha costituito un "Comitato cittadino di garanzia per la tutela dei diritti umani nel territorio del Calatino. Al Comitato promosso da Astra hanno già aderito Arci Amari - Circolo Arci di Caltagirone; Il Cigno - Circolo Legambiente Caltagirone; Società S. Vincenzo De' Paoli - Consiglio centrale Caltagirone; Impronte Vegetali; ParlaMente.
La prima riunione del tavolo, per fare il punto sulla situazione e delineare possibili strategie di intervento, si è svolta nell’ufficio del sindaco Gino Ioppolo. Sono intervenuti, oltre allo stesso primo cittadino, il presidente del Consiglio comunale Massimo Alparone, i capigruppo e consiglieri Vincenzo Di Stefano, Oriella Barresi e Cristina Navarra, la portavoce del comitato Anita Astuto, altri componenti ed esperti del comitato stesso, il segretario generale del Comune Carolina Ferro e i responsabili e appartenenti all’ufficio comunale competente.
Il Decreto Legge n. 113, convertito con modificazioni nella legge 1 dicembre 2018, n. 132, ed entrato in vigore lo scorso ottobre, meglio conosciuto come “Decreto Sicurezza” o “Decreto Salvini”, che contiene disposizioni urgenti in materia di protezione internazionale, immigrazione e sicurezza, suscita difatti numerose perpressità. Il Decreto smonta il sistema di accoglienza sul territorio degli Sprar, che sinora ha garantito forme più personalizzate di integrazione.
Senza l'ombrello protettivo, sinora garantitio dal sistema Sprar, si preclude ai richiedenti asilo l’esercizio di molti diritti
fondamentali e l’accesso a servizi essenziali, pur nella
titolarità di un permesso di soggiorno, se sono privi di residenza. Il che vuol dire accesso vietato all’iscrizione ai centri per l’impiego, l’impossibilità di aprire un conto in banca o iscrivere il proprio figlio alla
scuola dell’infanzia o all’asilo nido. Una forma di
discriminazione ideologica nei confronti dei soli richiedenti asilo che
non ha nulla a che vedere con la sicurezza e che rischia semmai di creare un limbo di “invisibili”, ridotti giocoforza a clochard, facili prede degli appetiti della malavita e del caporalato.
Prossimo appuntamento giovedì 14 marzo per mettere a punto, dopo gli opportuni approfondimenti da parte dell’ufficio, le linee guida da seguire in materia.
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